sabato 27 dicembre 2008

Due righe sul mio metodo didattico

Due righe con l'intento di dare un'idea su quello che sia, in linea di massima, il percorso che cerco di affrontare con i miei allievi e quali siano gli obbiettivi che mi sta a cuore raggiungere con loro.
> Ma a prescindere dal fatto che si decida di iniziare quest'avventura con me o con qualcun altro mi prendo la libertà di dare un consiglio: se vi dovesse capitare di incontrare un insegnante che a lezione vi chieda cos'è che volete imparare, il mio consiglio è di mettere la retro e cercare qualcun altro. Non è compito dell'allievo sapere cos'è che deve imparare, se qualcuno vi chiedesse questo vi starebbe, secondo me, fornendo un cattivo servizio.
> A mio parere quello che serve ad una persona che voglia imparare è un insegnante con un repertorio di lezioni, qualcuno che lo senta suonare (se già sa fare qualcosa) e decida le cose migliori da fare per farlo migliorare.
Iniziare da zero, è sicuramente molto meglio che dover correggere delle abitudini sbagliate, questo lo dico per esperienza personale. Quando io ho iniziato a studiare musica in maniera molto seria (ossia con l'intento di dedicarmici a tempo pieno) avevo sui 18 anni e suonavo come autodidatta da un sacco di tempo: non immaginate quante 'bastonate' il mio insegnante abbia dovuto darmi prima di riuscire a farmi assumere le posizioni corrette. E comunque ancora adesso, di tanto in tanto, le tendiniti tornano a farsi sentire.
> Ora, io credo che nella musica lo studio (cioè quello che concerne la didattica) ed il suonare siano due cose abbastanza diverse: lo studio è il mezzo con cui impariamo a suonare mentre il suonare è il fine a cui miriamo ed a cui arriviamo per mezzo dello studio.
> Il compito dell'insegnante è, a mio avviso, quello di fornire ai suoi studenti i mezzi e le conoscenze per riuscire a suonare la musica che a loro interessa: che si tratti di Jazz, di blues o di classica (per fare qualche esempio) la musica è comunque composta da armonia, ritmo e melodia quindi quello che io cerco di fare con i miei allievi è affrontare questi elementi costitutivi ed approfondirli man mano sempre un po di più, in modo da fornirgli i mezzi per poter suonare quello che più gli piace.
> Per capirci, un accordo di dom7 è costruito da alcune note (do, mib, sol e sib) ed è presente in Mr P.C. di Coltrane (che è un blues minore), in Blue Bossa di Kenny Dorham (che è un pezzo di bossa nova) così come nel preludio in dom di Bach: il mio obbiettivo è far capire in che modo questo accordo sia costruito e come lo si legge sul pentagramma in modo da poterlo leggere ed interpretare ogni volta che lo si veda, Coltrane, Dorham o Bach che sia.
> Solfeggio e lettura, checché se ne dica, sono necessari e spiego il perché: l'aspetto melodico è presente (dove più, dove meno) in ogni genere di musica e volente o nolente se si vuole eseguire un tema, una trascrizione, uno studio di classica, per studiarlo bisogna saperlo leggere; con un po di costanza e affrontando l'argomento per gradi il problema non sussiste. Credo sia superfluo dire che più si studia più si va avanti velocemente con il programma... e come disse il mio mentore: con qualche bassista in più il Mondo sarebbe senz'altro un posto un po più bello!